L'essenza, il cuore della dottrina dei diritti umani è il concetto di dignità della persona.
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L'umanità è essa stessa una dignità: l'uomo (...) deve essere trattato sempre anche come un fine. In ciò appunto consiste la sua dignità
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Kant aggiunge: "Il rispetto che ho per gli altri o che un altro può esigere da me è il riconoscimento della dignità negli altri uomini (...) "Disprezare gli altri, e cioè negare loro il rispetto che è dovuto in generale a qualsiasi uomo, è in ogni caso contrario al dovere: gli altri sono infatti uomini." (...) è contrario al concetto di dignità punire in modo disumano l'uomo malvagio.
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...l'etica rigorosa di Kant esige che la persona usi anche se stessa non solo come un mezzo, ma anche come un fine.
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Il rispetto della mia e dell'altrui dignità umana mi impone di ribellarmi contro il mio asservimento. È questo il fondamento della proposizione della Dichiarazione Universale dei diritti umani secondo cui l'uomo può "ribellarsi all'opressione e alla tirannide". Ma Kant va più lontano, in quanto postula che ciascuno di noi ha non solo un diritto alla ribellione, ma anche un dovere, perchè se non mi ribello calpesto la mia dignità umana.
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Infine, notiamo che Kant, impone di considerare come disonorevole e immorale punire con pene disumane, contrarie alla sua dignità, il malvagio che si sia macchiato di gravi crimini. In altri termini, anche il malvagio va rispettato nella sua dignità di persona umana, benché egli stesso l'abbia calpestata. (...) Ecco il fondamento etico del moderno divieto di trattamenti e pene disumani e degradanti, e anche della pena di morte.
Antonio Cassesse, I Diritti Umani Oggi
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